Ci sono notti in cui non riesci a dormire. Ti muovi nel letto, con una smania dentro. Non apri gli occhi perché non vuoi lasciar scappare quella minima speranza di sonno che pensi di avere. Ma più di giri e rigiri e meno sonno hai. Più pensi che vuoi dormire e più il sonno si allontana. Allora provi a non pensare più che vuoi dormire. Cerchi un pensiero piacevole sul quale concentrarti. Ma come per magia tutto si riduce all’idea del sonno. Se mai riesci a visualizzare le mitiche pecore, loro sono iperattive ; non pascolano placidamente nei verdi campi, ma frenetiche saltano tutte insieme e per riuscire a contarle ci vuole un impegno che non ti concilia certo il sonno. E allora, quando sei allo stremo della pazienza, cedi e apri gli occhi. Tutto buio intorno. Non ti azzardi ad accendere la luce che spazzerebbe via l’ultima illusione di torpore. Pensi che la televisione possa aiutarti. E allora la accendi confidando nella scatola magica. Ma quella scatola è infida, lo è sempre stata. Vedi la replica della tribuna politica, ma che ti fa sempre incazzare. Cambi, e trovi la sitcom, replica di replica che non ti è piaciuta neanche in originale. Poi è la volta di Consorzio Nettuno (ho il dubbio che sia una replica anche questa). E via via che cambi canale arrivi alle emittenti locali che danno il meglio di loro. Vendite a distanza di oggetti improponibili, probabilmente repliche anche queste. Infine arrivano le promozioni di numeri erotici, con delle gattone che toccandosi ti invitano a chiamarle, o spezzoni di film porno che pubblicizzano gli stessi numeri. Tutto questo non ti fa certo trovare il sonno, casomai ti eccita. Spegni infastidito la televisione e capitoli. Accendi la luce. Che trauma. Anche l’ultima speranza di dormire è stata spazzata via. E la lapide al tuo sonno è la sveglia che segna le 2. Adesso ti monta il nervoso. Sai bene che fra 4 ore lei suonerà impietosa e ti dovrai alzare. Cosi ti alzi per preparati qualcosa di caldo. Forse una mega parmigiana di melanzane fumante potrebbe farti calare la palpebra. Ma provi con i rimedi della nonna. Ti riscaldi una bella tazza di latte bianco caldo, ci aggiungi anche del miele, almeno previeni la tosse. Per fare questo ti sei alzato. Hai sentito un brivido a contatto con l’aria gelida della stanza. I piedi sono diventati due ghiaccioli. Prima di tornare nel letto, prendi un libro dallo scaffale. Ha ancora il segno a pagina 66. E’ uno dei tanti che hai lasciato a metà, o meglio molto prima di metà. Con la tazza del latte in una mano ed il libro nell’altra ti metti a sedere sul letto ; ma con le gambe sotto il piumone per cercare di riscaldare i piedi. Apri il libro e chiaramente ricominci da dalla prima pagina. Leggendo le prime pagine ti viene alla mente qualcosa, è l’eco della storia del libro che avevi cominciato chissà quanto tempo fa. Ma il ricordo è nebuloso, per cui continui nella lettura. E pagina dopo pagina senti che sei più sereno, meno agitato, la ricerca del sonno è un ricordo e non più un’ossessione. Potere della lettura. Dopo qualche pagina chiudi il libro e ti stendi sotto le coperte, spegni la luce, trovi e la giusta posizione e dopo poco il sonno arriva, leggero e delicato come la nebbia in montagna, che tutto avvolge e fa suo.
Driiiiiiiiiiiiiin !!!
Driiiiiiiiiiiiiin !!!
Nooooooo, sono le 6 ed il sonno è come un macigno che fatichi a toglierti di dosso.