venerdì 20 aprile 2007

Buon compleanno Studium Urbis


Il 20 Aprile 1303, Bonifacio VIII con una bolla papale, istituiva l'università di Roma. Ed avendoci trascorso 12 anni tra corso di laurea e spacializzazione non posso che farle i migliori auguri.
Attualmente è l'ateneo più grande d'Europa e tra i più frequentati al mondo (dopo Città del messico ed il Cairo), ma i record si esauriscono nei numeri. La qualità è altra cosa ed avendola vissuta dall'interno posso dire che quanto di buono ancora sopravvive, in termini di sapere ed insegnamento, è il frutto dell'ostinatà volontà di pochi coraggiosi. Costoro amando il proprio mestiere e credendo ancora nella missione dell'accademia combattono contro il menefreghismo e l'assenteismo imperanti.
Oggi essere ricercatore o professore all'università non è diverso dall'essere impiegato o dirigente in un qualunque ministero, pertanto è scomparso il piacere dell'insegnamento del sapere. I grandi nomi dell'università devono il proprio successo ad amicizie e conoscienze politiche, la carriera si fa portando borse e non di certo eccellendo nel proprio campo. Anzi il desiderio di conoscere e confrontarsi con altre realtà, è visto come inammissibile atto di presunzione ed irriconoscienza verso coloro che nella palude dell'ignoranza ci stanno bene e ci hanno fondato il loro piccolo regno di meschinità.
Una università già malata ha avuto il colpo di grazia con le ultime riforme che si sono susseguite, in cui ispirandosi agli atenei americani, è stato adottato pedisseguamente il modello d'oltre oceano, avendo come risultato di aprire il pollaio alle volpi. Cosi' l'autonomia degli atenei si è tradotta nella perdita di interesse per la qualità e la selezione a tutto vantaggio del maggior numero di iscritti, che equivalgono a maggiori sovvenzionamenti statali.
E cosi' riforma dopo riforma, generazioni dopo generazioni, la nostra università invecchia, perde entusiasmo e credibilità. Qualcuno scappa, qualcunaltro resiste strenuamente e tanti si adeguano e come sciacalli si affrettano a divorare quanto di commestibile è rimasto nella carcassa della gloriosa Studium Urbis.
L'augurio che sento di farle è che grazie all'impegno di pochi possa risorgere dalle proprie ceneri, non sopravvivendo ma riacquistando forza ed entusiasmo.
"Il futuro è passato qui"

1 commento:

Paola ha detto...

quasi commovente. Hai centrato e focalizzato il problema che non è solo dell'Università, ma è dell'intera società italiana. Che Dio dia molta forza a quei pochi che ancora credono e combattono in silenzio e non. Comunque riescano o non riescono, agendo con onestà, debbono avere il nostro plauso e la nostra gratitudine