venerdì 27 aprile 2007

In ricordo di Gramsci


In occasione dei 70 anni dalla sua morte, colgo l'occasione per ricordare il filosofo ed il politico, con la speranza che dai suoi scritti le coscienze siano risvegliate dal torpore dell'indifferenza.
"Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita." (da Indifferenti, in La città futura, A. Gramsci)

1 commento:

Paola ha detto...

E' giusto ricordare Gramsci, ed è bella la frase estrapolata.
Oggi in Italia, per quei pochi che seguono seriamente la politica, sembra esserci, più che partecipazione, campanilismo per l'una o l'altra parte.
Credo che la stragrande maggioranza della popolazione sia assente intellettualmente per diversi motivi:
1) troppa informazione confusa, errata e troppo spesso più protesa alla scandalo che all'informazione
2) la generazione che ha avuto una educazione civica ed ha conosciuto meglio la storia recente è vecchia, stanca e delusa
3) il piccolo quotidiano e l'assenza di silenzio e pause di riflessione portano inevitabilmente all'accettare tutto senza ragionare o filtrare. Tutto viene bruciato nello spazio di poco tempo e non esiste più memoria.
Come si può fare politica (nel senso di partecipazione e non farsi eleggere) quando la mente è così devastata? Quando i leaders eletti, essi stessi non sono esempio di rigore e chiarezza intellettuale?