domenica 10 giugno 2007

Fine di un'epoca

Per tanti anni la nostra famiglia ha avuto casa al Terminillo, la Montagna di Roma,dove il duce si faceva ritrarre in pieno febbraio sulla neve a torso nudo; bè a parte queste amenità per tanti anni abbiamo avuto questa splendida casa sull'appennino reatino, a due ore di macchina da Roma. Questa località ha sempre avuto fortune alterne, momenti di notorietà alternati a momenti di totale abbandono, con una stagione sciistica sempre imprevedibile e tarda. La casa in un residence tra i boschi, sufficientemente lontana dallo struscio di Pian de Valli, era sempre là disponibile e per questo poco utilizzata, un poco sottovalutata perchè sempre a portata di mano. La casetta era caldissima con le pareti in legno, un gran balcone che affacciava sulla vallata e un caminetto fantastico dove papà faceva delle grigliate da leccarsi i baffi. Poi la casa è stata giustamente venduta, ed il terminillo è tornato ad essere la montagna di roma non più la mia. Anche se riterrò sempre con me i ricordi e le foto dell mie prime esperienze sulla neve a 3 anni, le infinite "scalette" durante le lezioni di sci, amici d'infanzia come Andrea e Sassa, tutti gli amici dei miei nonni (ero il nipote della "comune"),Fulvio Lucia e Matilde, i weekend con gli amici e con la mia attuale-futura moglie. Anche se oramai sono anni che non metto gli sci ai piedi, ricorderò sempre le discese lungo le Carbonaie o la Cinzano, è qui che ho imparato lungo delle piste irregolari e strette, fatte perchè anche Roma avesse le sue piste, ma si dice che chi impara a sciare a Terminillo può sciare ovunque ;-)
Sono ricordi indelebili, come i colori del suo bosco in ottobre, o la fatica sudata delle ascese ai monti Terminiletto e Terminillo, o ancora il sottobosco ed i ruscelli della passeggiata "Vallescura" accompagnati dalle guardie forestali (Sandro e Settimio).
Il fatto che abbia tanti ricordi e che cominci a gurdarmi indietro vuol dire che sto invecchiando, ma quando mi volto e vedo il Terminillo, vedo paesaggi bellissimi ed forti emozioni che mi dicono chi sono e come lo sono diventato.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ussignùr! Invecchiando? A 30 anni? Azz, come la prendi pesante! Comunque ti capisco, immagino che proverei le stesse cose se dovessimo un giorno vendere Il Campetto o, ancor di più, Via Sinuessa. Una casa, soprattutto quando la si è vissuta da piccolissimi, è un pò come una spugna e assorbe tutti i nostri ricordi più belli. Quando la si vende è un pò come separarsi da una parte del proprio passato e questo è molto triste.

antonio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
antonio ha detto...

Capisco, le dimore della mia infanzia sono già state tutte vendute negli scorsi anni ma non parliamo di vecchiaia è solo nostalgia di giovani adulti per i propri ricordi di infanzia.

Paola ha detto...

Grazie

Unknown ha detto...

Me lo ricordo amico mio quando non potevamo vederci il fine settimana perche' andavi "al Terminillo".
Tuttora quel nome, per me,e' fortemente associato a te.
Un abbraccio.
Fede.

Anonimo ha detto...

la fine di un'epoca è l'inizio di un'altra..

Anonimo ha detto...

Affermare che sento la casa del terminillo come mia é senza dubbio un'esagerazione ma anche io ho degli splendidi ricordi legati alla "montagna di Roma". Ricordo con piacere le "battaglie di Risiko" fatte con i colleghi dell'università, le nuove coppie formate, la neve a 150 kml dal colosseo. fino ad arrivare ai week end passati con Roberto in quell'angolo di paradiso.
Credo che quella casa manchi a tutte le persone che abbiano avuto anche l'opportunità di vederla una sola volta