martedì 12 febbraio 2008

Saudade


Mi trovo all'aeroporto di Bordeaux, e come spesso succede in questi luoghi di passaggio, ci si ritrova a riflettere. 
Il mio pensiero è anadato all'Italia, o meglio a Roma. Mi sono trovato a pensare che in fondo qui in Francia non si vive male, c'è ancora un senso civico, non si ha costantemente l'impressione che stiano cercando di fregarmi. Mi danno l'opportunità di fare il lavoro per il quale ho studiato e per il quale mi sono sacrificato tanti anni. Ho una piccola casa in pieno centro città, le strade sono piene di gente piena di voglia di vita, qui ancora sanno dividere il lavoro dal tempo libero, e a quest'ultimo sanno dare il giusto valore. Un aperitivo dopo il lavoro, una corsa nello stadio aperto a tutti o nel parco col laghetto. Basterebbe che parlassero italiano e starei molto meglio, meno stressato per questa lingua che non è la mia, sarebbe la terra promessa.
...Ma chi voglio prendere in giro, non è solo la lingua che mi manca, anche se non essere padrone della lingua per esprimere la mia sottile ironia mi pesa e mi frustra. Mi manca l'arancione intenso dei tramonti di Roma, i profili di cupole e campanili disegnati dal sole. Il blu crepuscolare a piazza San Giovanni, il verde dei pini di villa Borghese, il marmo sporco del Colosseo, la freschezza delle acque di fontana di Trevi. Le serate a camminare tra Campo de' fiori, piazza Navona e Pantheon. Il gusto della pizza al taglio ed il calore ustionante dei suppli, l'aperitivo con buffet, cappuccino e cornetto al bar, le bombe alla nutella a mezzanotte. Gli amici di una vita, le persone che amo, i luoghi famigliari della mia infanzia. Le gite in moto la domenica a Calcata e mangiare le patate al forno della Piazzetta, il ritorno in coda sulla Flaminia. Parlare male del governo (se ce fosse uno) e dire che vorrei emigrare da un'Italia provinciale e bigotta.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lascia stare la nostalgia. Dopo una settimana della luce del tramonto e dell'affetto delle persone che ami rimpiangeresti troppo la vita di Bordeaux. Qui sono difficili soprattutto i rapporti umani, la gente, tutta la gente, è proprio depressa. L'arroganza della classe egemone ha tolto il sorriso e la speranza ai giovani. Questo rende tutto meno apprezzabile. Anche il sole non basta più. Per fortuna con easy jet fare un salto ogni tanto non è impossibile. E le persone che ami verranno più spesso. Tanto anche qui è difficile vedersi e incontrarsi. Ci si sente soprattutto al telefono o ci si scrive. La lontananza, oggi, è molto relativa. Devi pensarla sempre in termini di tempo e non di kilometri. Diciamo un paio d'ore è quanto ci mette un romano ad arrivare dalla tiburtina all'eur nell'ora di punta, se tutto va bene!!! Più o meno come Roma / Bordeaux.

Paola ha detto...

Sono pienamente d'accordo con chi mi ha preceduta nel commento.
In realtà quante volte al mese si fanno le cose di cui senti la nostalgia? Presi dalla stanchezza e dal tran tran quotidiano, grasso che cola .... una volta al mese.
Gli amici, man mano che si accasano, non sono più disponibili come prima, e quindi si cambiano anche le abitudini di incontro.
La nostalgia, bellissimo sentimento, indora molte cose e fa rivivere la quotidianità come forse non era veramente.

Proiettati a piene mani verso la tua nuova realtà, e fa come fanno quei tanti che prendono per scusa i saldi a Roma o per fare shopping (che non conviene) e quando vogliono vengono a godersi per qualche giorno i tramonti romani e la pizza calda da mangiare mentre cammini per i vicoli, ma il tuo quotidiano vivilo laddove la dignità di uomo ancora c'è.
(Mi ricordi molto quegli emigranti meridionali, che rimpiangevano a Torino o Milano il sole ed il mare di Napoli, ma in fabbrica c'era la sopravvivenza.) Diciamo che sei pur sempre un emigrante, anche se rispetto al passato sei un emigrante quasi di lusso.