mercoledì 24 gennaio 2007

L'America di Bush


Approfitto del discorso di Bush all'Unione per fare qualche riflessione su quello che sono gli Usa dopo 10 anni di amministrazione repubblicana.
Da 4 anni sono impantanati in Iraq, in una guerra senza fine, sui quali però il presidente vuole impegnare ulteriori soldi e sopratutto uomini (carne da macello, numeri senza volto). La scusa è la solita il rischio del terrorismo, solo che questa volta la mezza verità l'ha detta meglio "...siamo di fronte a una minaccia crescente degli estremisti sciiti che sono altrettanto (ndr quanto Al Qaeda) ostili all'America". Infatti il problema non è la minaccia la mondo, ma alla sua potente nazione. Oramai con il suo modo di agire ha fatto terra bruciata in tutti i paesi arabi e sa bene che se allenta la presa ora si ritrova Bagdad in casa. Successivamente bisogna dire che tutta la sua politica è stata incentrata sulla minaccia del terrorismo ed ha lasciato in sospeso gravi questioni di politica interna (welfare, mancata crescita economica, implosione del Nasdaq, aumento della disoccupazione) che però sono rivenute prepotentemente a galla in seguito al fallimento della guerra (chiaro anche ai più reazionari provinciali americani) e alla sconfitta netta alle elezioni di medio termine.
A questo punto una concessione a chi critica lo sperpero energetico degli USA (e gli interessi dei Bush petrolieri), la riduzione in 10 anni del 20% dei consumi di petrolio...ma per non essere dipendenti dai paesi arabi, dove gli amici sono sempre meno.
Ed infine una bella chiusa populistica "Possiamo andare avanti con fiducia perché lo Stato della nostra Unione è forte, perché la nostra causa nel mondo è giusta, e questa notte la nostra causa va avanti"
Direi che la situazione negli Stati Uniti, in questo momento, è stagnante poiché Bush vuole preseguire, con toni più pacati, per la stessa strada percorsa finora ed il congresso cercherà di arginare i suoi deliri guerrafondai.
Quindi non vedo nell'immediato una possibiltà di risanamento della politica dell'unica superpotenza mondiale, bisogna vedere come si comporteranno le potenze nascenti (India e Cina).
D'altronde il loro padre della patria diceva "preparare la guerra, è l'unico modo per mantenere la pace" (G. Washington)

3 commenti:

Stefano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Stefano ha detto...

Ho eliminato il post precedente, perchè totalmente privo di punteggiatura, in quanto scritto in una foga omicida. Eccolo riportato:
La cosa che più mi turba di tutto l'affaire americano è l'inedita logica, perpetrata in modo impunito(/impunibile?) dell'attacco preventivo.
Traduzione, muovo guerra a chi mi pare, tanto poi mi basta addurre come motivazione che 'mi sentivo minacciato'.
Sono state ignorate risoluzioni dell'onu che proibivano espressamente l'attacco e da quel momento l'Europa conta, (purtroppo) meno di zero.
Sembra che per l'eternità dovremo pagare la Liberazione con una sudditanza che va ben oltre la semplice concessione di qualche base USA in terra italiana; qui si tollera l'anarchia sovranazionale di un paese e l'atteggiamento minimalista della politica italiana (meno i francesi e i tedeschi) mi lascia ogni giorno più perplesso.

Stefano ha detto...

Ps.: Pure se non c'ho tempo per scrivere il mio blog, lo vedi come lo lascio il commentino sul tuo?? Devi avè pazienza, quando sono più libero lancio un nuovo argomento sul mio. Magari spiego l'argomento della mia tesi.... :-)