venerdì 12 gennaio 2007

Orrore Policlinico?


Mi è stato richiesto da parenti, amici ed affezionati visitatori un commento sullo "scandalo" che è scoppiato in Italia riguardante il totale disfacimento del Policlinico Umberto I a Roma. Devo spiegare che mi è stato chiesto un parere in quanto persona informata sui fatti; ho passato ben 12 anni della mia vita in quel posto durante la laurea e la specializzazione.

Forse proprio perché vi ho passato tanti anni non ero per nulla stupito delle varie pecche che l'inviato dell'Espresso ha trovato girando per l'immenso ospedale (http://espresso.repubblica.it/). Anzi si è fermato all'apparenza, ha riscontrato sporcizia nei sotterranei, personale (medici ed infermieri in primo luogo) che fumano ovunque, più grave invece il libero accesso in aree che dovrebbero essere assolutamente interdette al pubblico, per la salvaguardia della saluta pubblica. Per tanti anni ho vissuto tutto cio' e sopratutto ci ho convissuto, macchiandomi di una grave colpa, il silenzio. Ho fatto una delle cose che più critico negli altri, mi sono tappato il naso ed ho nuotato in questa melma, senza alzare la testa.

Cercando di capire le cause del degrado di quello che è il più grande policlinico universitario d'Europa, penso che proprio nella sua vastità vada trovato uno dei talloni di Achille di tale struttura, costruita nel 1903 secondo dei canoni completamente superati dall'urbanistica moderna. I malati ed i medici per passare da un edificio ad un altro, per evitare il freddo e la pioggia, devono passare attraverso i sotterranei, che come tali sono stati concepiti; quindi bui, umidi, pieni di tubi e di aree per la raccolta dei rifiuti.

Inoltre dai medici ai visitatori, passando per gli infermieri, tutti gettano in terra cicche e cartacce, fino agli estremi degli escrementi animali nei sotterranei (a me non era mai capitato di vederne, ma è purtroppo possibile). Tutto questo è il risultato di un lassismo inveterato nel tempo, dovuto alla mancanza di responsabili certi, come avviene in tante altre grandi aziende.

I Primari sono padri-padroni solo del loro piccolo potentato, il reparto, e sono impegnati a difenderlo dalle mire espansionistiche degli altri. I vari direttori, dal dipartimento alla direzione generale, sono troppo presi a lottare per migliorare o mantenere il proprio status, che non possono abbassarsi a fare i guardiani della cosa pubblica.

Cosi' le parti comuni (corridoi, sotterranei, ascensori ed altro) sono terra di nessuno e lasciati al loro destino, che è sotto gli occhi di tutti. Gli addetti delle pulizie, che sono dipendenti di società private che hanno vinto l'appalto del servizio, sono pochi e poco motivati, fanno o non fanno con scrupolo il loro lavoro nessuno li controlla e mai si prenderanno provvedimenti contro di loro.

A tutto cio' va aggiunto l'ingrediente fondamentale, la mancanza di senso civico dei cittadini (in questa definizione rientrano tutti dai medici agli infermieri, dai pazienti ai visitatori), nessuno che sente l'ospedale come proprio e quindi degno di rispetto; ecco spiegate le cicche, le cartacce, gli escrementi, le scritte sulle pareti e lo sfacimento delle strutture.

Ma secondo me il problema maggiore resta all'interno dei reparti e nella struttura universitaria, dove ci sono delle mancanze ben più grosse ed importanti della sporcizia, ossia nell'assistenza al paziente e nella mancanza di volontà di formazione delle nuove leve di medici...ma questo è un problema ampio, che mi sta molto a cuore e che preferisco trattare separatamente in un post futuro.

Nel prossimo post invece vorrei conludere l'argomento policlinico, trattando della novità del secondo atto dell'inchieta dell'Espresso, l'espianto coatto delle cornee ai cadaveri http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Qui-rubavano-gli-occhi-ai-morti/1476047&ref=hpstr1.

5 commenti:

Paola ha detto...

CONDIVIDO PIENAMENTE.
Soprattutto il discorso del senso civico. Io ho frequentato il policlinico solo come utente dei laboratori di ananlisi o esami clinici, o per piccoli interventi; quindi non posso addentrarmi nella critica della situazione vista da dentro. Di certo posso dire che in generale nell'italiano non c'è il concetto di res publica; gli altri ...sono coloro che si comportano male, ciò che non è mio o dei miei più diretti correlati (amici intimi e non conoscenti o colleghi, parenti simpatici e non parenti serpenti) è veramente cosa da non curare e rispettare. Un tempo a scuola si insegnava educazione civica, ora basterebbe e sarebbe già tanto insegnare educazione.
Basta ... sta diventando la lamentela di una ottuagenaria.
Complimenti per il blog così mi piace

grazia ha detto...

Perche' succede solo nel nostro Paese che la "cosa pubblica" non e' sentita anche come cosa nostra?

Stefano ha detto...

La cosa che più dovrebbe far riflettere e che desta ancor più scandalo, è che inchieste e denunce di questo tipo debbano provenire da STRISCIA LA NOTIZIA, un programma satirico (che ci sarà mai da ridere su questi temi?) di una tv privata (!), la cui icona è un pupazzo (IL GABIBBO). Ma prima di Striscia la gente dove viveva? Sembra che tutti all'improvviso scendano dal pero. Wanna Marchi idem, è stata stanata da Striscia... Che i giornalisti abbiano preso il posto di finanzieri, poliziotti, primari e magistrati??? Inquietante.

Paola ha detto...

non è che serve striscia..., è che la cultura la fa striscia... Tutto quello che non passa per la televisione non esiste. Tornando a quanto già detto, ci si disinteressa di quello che non è strattamante proprio, il resto è di nessuno e quindi si incolpano "gli altri" della maleducazione, dell'abbandono del disinteresse. Purtroppo siamo tutti, troppo spesso ci lasciamo sopraffare dalla stanchezza di dover combattere come Don Chisciotte, contro i mulini a vento, quando richiediamo un giusto diritto, una giusta informativa o solo rispetto della persona e della dignità.
Il "tu" generalizzato è un altro sintomo di questa dilagante maleducazione
Forse dovremmo spostare tutte queste considerazioni ad un altro capitolo

Paola ha detto...

per rispondere a Grazia credo che gli italiani del nord, centro e sud, essendo sempre nel passato governati da stranieri (Austriaci, Papa, Borboni, ecc.) non hanno avuto nel loro DNA il concetto di stato proprio. E' troppo tempo ormai che si dice che la nostra democrazia è giovane (solo un secolo e quasi mezzo) ma soprattutto il sud non ha combattuto per la libertà, sono passati da uno stato all'altro con l'aggravante che da regni con capitali, sono divenuti appendice di uno stato... Ma la questione meridionale è un'altra cosa. Sto divagando. Con questo non do scusanti a chi si comporta male, constato solo forse.. la causa